LA RETE DEI SINDACI RECOVERY SUD AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO MARIO DRAGHI: CI METTA ALLA PROVA

Stimato Presidente Draghi,intendiamo ringraziarLa, innanzitutto, per la sua risposta, indice di rispetto e attenzione verso le nostre comunità.Pur condividendo il metodo, non possiamo dire altrettanto dei contenuti.

Entrando nel merito delle nostre rivendicazioni, non possiamo che ravvisare nella Sua analisi del Sud evidenziata in occasione della presentazione alla Camera e al Senato del Piano per la ripresa e la resilienza, una forte discrepanza: da una parte si sottolineano le mancanze e le anomalie strutturali e ataviche del Meridione; dall’altra, si comunicano le risorse che concretamente il suo Governo ha messo a disposizione per i nostri territori. Risorse che riteniamo oggettivamente insufficienti a garantire il superamento di qualsivoglia ritardo.A titolo d’esempio: il 34% al Mezzogiorno dei finanziamenti per la missione Salute non potrà mai rendere la nostra sanità al passo con altre regioni del Nord. Emilia Romagna e Puglia hanno uguali dimensioni geografiche e demografiche ma la prima regione ha 14 mila addetti ed un budget di circa 900 milioni di euro in più rispetto alla seconda. Con queste differenze non saremo mai uguali. E non chiediamo di impoverire l’Emilia. Vogliamo solo rendere più efficiente la sanità meridionale.Lo stesso dicasi per la garanzia del diritto alla mobilità. Se da una parte possiamo dirci soddisfatti per la realizzazione dell’alta velocità che interesserà la Salerno –Reggio Calabria; dall’altra non possiamo fare altrettanto per la totale assenza nel PNRR di riferimenti ed interventi per tutta la fascia jonica calabrese che continuerà ad essere perseguitata, come avviene da 160 anni a questa parte, dal suo amaro destino: essere tagliata fuori dall’Italia. E si potrebbe continuare con tanti altri esempi analoghi, dalla mancata realizzazione dell’Alta velocità lungo la dorsale adriatica, in Abruzzo, Molise e Puglia, ad altri interventi infrastrutturali non più rinviabili per la la Sicilia, la Sardegna, la Campania e la Basilicata.Caro Presidente, Lei ha fatto riferimento alla scarsa capacità di spesa del Sud. La invitiamo a verificare questa affermazione. Potrà constatare che, con persone e mezzi in meno, i nostri Comuni riescono a garantire gli stessi servizi di altri enti comunali del Nord. Ma prendiamo per vero quello che Lei dice e accettiamo la sfida: siamo pronti a misurarci su numeri, dati, condizioni e cronoprogrammi per l’attuazione del Piano che lei ha portato in Parlamento e per il quale ha ottenuto un consenso schiacciante.Ci stiamo già coordinando con i Gruppi di Azione Locale, con i Patti territoriali e con le associazioni di area vasta per cercare di attrezzarci al meglio per predisporre progetti il più possibile calzanti ai nostri territori. E chiediamo di elevare a 5.000 il numero dei tecnici che potranno aiutare i Comuni a intercettare i finanziamenti: i 2800 già previsti sono un buon passo avanti, ma rischiano di non beneficiarne i piccoli Comuni, che sono proprio quelli che ne hanno più bisogno.I 500 sindaci, in rappresentanza dei rispettivi territori, chiedono insomma che sia data loro la possibilità di sfatare quello che potrebbe rivelarsi un luogo comune. Chiedono, inoltre, che siano gli stessi Comuni a gestire direttamente i fondi e le misure per prevenire eventuali disfunzioni gestionali. Ci metta alla prova.Chiediamo un incontro urgente per poter esporre le nostre ragioni e per poter consegnarle il “libro bianco” che stiamo predisponendo con tutte le schede che abbiamo somministrato ai sindaci delle Rete per raccogliere idee e progetti in previsione dell’attuazione concreta del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

La Rete dei Sindaci Recovery Sud

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