Acqua Pubblica, provano a mettere in atto un’altra vergogna.

Una sessantina di sindaci siciliani scendono in campo contro l’ipotesi di abrogare l’articolo di legge che prevede le gestioni dirette comunali dei servizi idrici. “ Non può essere cancellato con un colpo di mano un diritto sacrosanto dei cittadini e delle comunità che hanno investito sulla risorsa idrica, storicamente, in termini sociali e culturali. L’acqua deve rimanere pubblica e la gestione laddove ci sono i requisiti non può essere tolta di mano ai comuni che hanno il diritto di gestirla” affermano in una nota congiunta i sindaci di Contessa Entellina, Leonardo Spera, e Santo Stefano di Quisquina, Francesco Cacciatore, che si trovano a Roma insieme ad altri sindaci per protestare contro questa ipotesi. “Mantenere in vigore il comma 2 dell’art 147 – sottolineano – è un principio al quale non vogliamo rinunciare. Le forze politiche tutte di attivino per scongiurare ulteriori scippo”.
I sindaci siciliani interessati hanno incontrato e coinvolto gli esponenti di tutte le forze di governo, per chiedere a gran voce “che non venga mortificato l’esito referendario sull’acqua pubblica mantenendo nell’ordinamento italiano una norma, coerente con le indicazioni del Parlamento Europeo in materia di acqua”. I sindaci ritengono pertanto necessario “tutelare le gestioni dirette comunali considerato che molti Comuni hanno già avviato le procedure per rientrare nei parametri del regime di salvaguardia, approntando notevoli investimenti”.

Noi andremo avanti con i nostri investimenti, ufficializzando anche il NOSTRO progetto tecnico che continuerà ad andare avanti.
La gestiamo noi la nostra acqua e le nostre sorgenti.
G.B. Meli.

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